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Immagine del redattoreArianna

Keto?! No grazie!

Ciao Amici!!


Oggi vorrei chiarire la mia posizione su quella che ritengo una sana e sostenibile alimentazione.


Avevo aperto il blog in occasione della mia esperienza con la dieta chetogenica.

Quello che spesso ci dimentichiamo di fare è CONTESTUALIZZARE le cose e così sono rimasta legata nella testa di molti all'idea di questo protocollo alimentare.


Ho seguito la dieta chetogenica in un periodo particolare, ero in quarantena e infortunata. Non a caso l'ho chiamata KETO CHALLENGE: non potendomi allenare ho cercato una motivazione per rimanere in forma e cercare di lavorare su un aspetto che poteva tornare utile nella mia disciplina sportiva, il metabolismo dei lipidi. Non appena ho ripreso ad allenarmi con un po' più di frequenza e di intensità ho abbandonato il protocollo, in quanto mancava il carburante principale per sostenere la mia attività.


Sono convinta che la caratteristica fondamentale di un piano nutrizionale sia quella di essere sostenibile nel tempo, deve insegnare quale sia il modo corretto di alimentarsi, finché non viene più percepito come "dieta", ma come un insieme di sane abitudini.


Ho provato varie tipologie di alimentazione e devo dire che mi sono convinta che la nostra cara dieta mediterranea superi di gran lunga tutte le altre. Non è un caso se è stata inserita nel patrimonio culturale dell'UNESCO. Purtroppo al giorno d'oggi stiamo perdendo la sua vera impronta con un eccessivo introito di alimenti di origine animale, la quasi assenza di legumi, l'utilizzo di cereali raffinati anzichè di quelli integrali, il ridotto consumo di frutta fresca, secca e verdura.


Questo regime alimentare grazie alla ricchezza di sostanze come acidi grassi insaturi e polinsaturi (omega-3 e omega-6), fibre e composti ad azione antiossidante caratteristici dei cibi di origine vegetale ed al bilanciamento delle calorie introdotte tra i diversi gruppi alimentari ha un effetto benefico sulla prevenzione di patologie cronico degenerative, in particolare sulle patologie a carico del sistema cardiovascolare.


In più risulta anche sostenibile: si stima in media che per ottenere 100 calorie, la dieta mediterranea provoca un impatto ambientale di circa il 60 % inferiore rispetto ad una alimentazione di tipo nordeuropeo o nordamericano, basata in misura maggiore su carni e grassi animali, piuttosto che su vegetali e cereali.


Il mio stile di vita, un po' inconsapevolmente, si ispirava già ai principi della dieta mediterranea, ma il mio nutrizionista, il Dott.Loffredo, mi sta aiutando a migliorare la sua applicazione soprattutto nella scelta degli alimenti ponendo l'accento su varietà e stagionalità. Ho riscoperto ad esempio i legumi, riuscendo a ridurre l'apporto di proteine di origine animale e la frutta secca oleosa.


Stiamo facendo un lavoro anche sul timing dei pasti, in modo da arrivare alle sessioni di allenamento nelle condizioni ottimali e per avere un pronto recupero, senza dover ricorrere eccessivamente a integratori (essenziali in termini di praticità in determinate condizioni di gara/allenamenti, ma al giorno d'oggi abusati da molti)


Tutto questo per dire che reputo l'alimentazione fondamentale per tutelare la nostra salute ed è uno dei tasselli che ci permettono di costruire la miglior performance. Penso che non ci sia una dieta ottimale per tutti, ma è necessario sperimentare, informarsi e appoggiarsi a figure professionali competenti per trovare la soluzione ideale e il più possibile personalizzata.








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